domenica 30 settembre 2012

Dipendenza da Internet

La comunità psichiatrica internazionale sta discutendo se la dipendenza patologica da Internet possa essere considerata come una patologia a sé. Probabilmente la risposta sarà affermativa, ed il disturbo da Internet dipendenza apparirà nelle nuove versione del DSM dell'American Psychiatric Association e dell'ICD dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Si discute anche della natura da attribuire al disturbo, se si tratta cioè di un disturbo che fa parte delle dipendenze, dei disturbi ossessivo-compulsivi, o di altro ancora.

Il fenomeno è stato osservato in bambini e adolescenti, e non sporadicamente. In Germania esistono campi di recupero per adolescenti con dipendenza da Internet. Il rischio quindi è reale.

È ugualmente utile però saper captare segnali che potrebbero indicare una predisposizione a sviluppare questo disturbo, magari in età successive, per poterlo prevenire.

La dipendenza può essere generale, o può essere focalizzata su una specifica attività. Le attività in rete che tendono a generare più facilmente la dipendenza sono chat, blog, giochi online, navigazione sul web. Negli adulti sono molto frequenti anche la dipendenza da pornografia, gioco d'azzardo online, shopping compulsivo.

ATTENZIONE A BAMBINI ED ADOLESCENTI!

L'interesse per Internet inizialmente può confondersi con il normale entusiasmo che bambini e adolescenti mostrano per le cose che li appassionano. È la loro modalità, e semmai è la sua assenza che può essere guardata con un certo sospetto. Per intervenire in tempo è utile prestare attenzione ad alcuni segnali, da considerare tuttavia con molta cautela. Il fatto che vostro figlio presenti un paio dei sintomi descritti non fa di lui in Internet dipendente.

Quando è in rete, il ragazzo manifesta palesemente un senso di benessere ed euforia, oppure è totalmente assorbito, commenta o fa spesso esclamazioni ad alta voce, come se gli altri non ci fossero. Sembra incapace di staccarsi da Internet. Se nessuno interviene resta collegato per tempi lunghissimi anche quando si accorge che è tardi e dovrebbe fare altre cose. Se costretto a smettere si innervosisce o mostra forti reazioni di sofferenza e insofferenza. Quando non può collegarsi manifesta apatia, depressione, irritabilità, stanchezza, malessere psicologico generale. Oppure ha un'aria distratta e assente: non ha “staccato la spina”. Approfitta di ogni occasione e di ogni scusa per collegarsi anche per brevi periodi, anche di nascosto. Più tempo passa in Rete, più vorrebbe passarne. Nega di passare troppo tempo su Internet, anzi si lamenta di non passarne abbastanza. Manifesta una caduta negli altri interessi che aveva prima e non ne sviluppa di nuovi. Ad esempio non guarda più il calcio. Internet diventa un interesse in sé, e non uno strumento al servizio degli altri interessi. Ad esempio le notizie sulla sua quadra o sulle moto o sui cartoni preferiti lo interessano solo se può accedervi attraverso Internet. Gli altri canali d'informazione (giornali, TV, discussioni con altri) non suscitano più interesse. Manifesta un ritiro dalle relazioni sociali. Preferisce internet alla compagnia degli amici o dei familiari. Trascura gli altri doveri, in primo luogo quelli scolastici, in qualche caso anche l'igiene e la cura personale, perché o passa molto il tempo su Internet o li esegue senza impegno, con la testa altrove. Non riesce a dare resoconti delle attività svolte online, è volutamente evasivo, mente. Ci sono alterazioni nel comportamento alimentare: mancanza d'appetito, tende a saltare i pasti, a mangiare fuori pasto, a mangiare in fretta per correre al computer. Possono esserci anche disturbi fisici, tipici di chi passa molto tempo al computer: disturbi del sonno, occhi arrossati, mal di testa, mal di schiena, sindrome del tunnel carpale .


PREVENZIONE E CURA

L''osservanza delle regole generali di navigazione dovrebbe già da sola essere sufficiente a prevenire la dipendenza. In caso di sostanziali segnali di allarme, ci sono alcune cose che potete fare. Il disturbo da dipendenza da Internet è quasi sempre egosintonico, il portatore non avverte i sintomi come disturbanti. Dal suo punto di vista il problema sono gli altri che, impedendogli di fare le cose che vuole fare, ledono i suoi diritti e lo fanno stare male.
Meglio quindi non fare diagnosi. Questo spingerebbe all'autodifesa ed alla negazione, compromettendo il dialogo. Le diagnosi non richieste fanno infuriare le persone di qualsiasi età. Non usate la parola "sintomi", parlate di "comportamenti" o "abitudini". Dite semplicemente che il suo comportamento non va bene, e che gli chiedete di cambiarlo. Perché? Perché noi siamo i genitori e vogliamo che ti comporti come diciamo noi. Le famiglie funzionano in maniera diversa dalle grandi democrazie. Potete parlargli del disturbo da dipendenza da Internet semplicemente come preoccupazione remota per il futuro. In questo caso spiegategli cos'è visitando e leggendo con lui siti dove se ne parla. Spiegategli che volete che lui usi Internet in un certo modo, per lo stesso motivo per cui volete che non mangi troppe porcherie o che faccia sport. Non perché lo ritenete malato, ma perché volete che continui a crescere sano. Spiegategli in maniera precisa quali sono i comportamenti che disapprovate e che deve modificare. Evitate richieste generiche del tipo“vogliamo che ti controlli di più”, o “vogliamo che tu sia più ubbidiente”.Preferite richieste del tipo “vogliamo che tu ti scelga un altro interesse da coltivare a computer spento” o “vogliamo che tu non faccia scenate quando ti diciamo che è ora di disconnettersi”. Fategli osservare le regole. Se tende a trasgredirle di nascosto mostrate pazienza. Questo comportamento fa parte del disturbo stesso, se c'è. Aumentate però il vostro controllo, rendendo più difficili i sotterfugi. Lasciategli la possibilità di accedere ad Internet. L'embargo totale non è consigliabile. Prima o poi nella sua vita tornerà su Internet. Non sono necessarie neanche regole più severe. Questo verrebbe vissuto come punitivo e persecutorio. Potreste semmai concedetegli qualcosa in più, poco, in termini di di tempi o di cose che può fare. Siate però ancor più rigorosi nel fare osservare le regole stabilite. Rimproveratelo per i comportamenti, ad esempio quando disubbidisce, ma non colpevolizzatelo perché ha un bisogno. Mostrate anzi di capirlo e di trovare normale che Internet gli piaccia tanto. Creategli alternative ad Internet, ed incoraggiatelo ad usarle: attività sociali, occasioni di stare insieme con altri ragazzi, occasione di stare con voi. Se è effettivamente a rischio di disturbo da dipendenza da Internet, vi trovate a dover curare una malattia.
Similia similibus curantur è il motto della medicina omeopatica. Dategli delle cose da fare con Internet. Assegnategli compiti specifici che servano a fargli capire che non ce l'avete con Internet, e che lo orientino verso un uso controllato e finalizzato dello strumento. Per qualsiasi difficoltà di crescita, è sempre necessario somministrare un po' di sana autorità genitoriale. All'occorrenza e quanto basta ma non necessariamente in dosi omeopatiche. Dal momento che si tratta di atteggiamenti educativi che fanno bene anche se non c'è nessun rischio di internet dipendenza, applicatele in ogni caso, così siete sicuri di non sbagliare.

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